Siamo giunti al termine del viaggio alla scoperta del saccarimetro, un oggetto il cui utilizzo sembra essere ormai superato dalle nuove tecnologie nate nel Novecento, ciò lo possiamo notare analizzando come lo strumento non venga più citato in alcun libro al giorno d'oggi (24- Le parole nella storia). Inizialmente pensavo che la ricerca di uno strumento così oscuro e di cui non sapevo nulla sarebbe stato un lavoro faticoso e non molto interessante , ma in realtà è stato un viaggio che ha portato molte soddisfazioni personali, ho imparato ad affinare la ricerca in ambiti di cui non conoscevo l'esistenza e ho capito che siamo circondati di "cose" di cui non conosciamo l'utilizzo e neppure la storia. La conoscenza di tutto ciò che ci sta intorno quindi andrebbe approfondita a fondo attraverso la ricerca ed è ciò che ho fatto in questo percorso . Il nostro viaggio inizia da una prima definizione (01-Il nome) e un'immagine (02-L'immagine) che ci mostri come si è modificato lo strumento durante gli anni. Notiamo come lo strumento in esame ebbe una grande diffusione nell'industria dello zucchero. Evitando laboriose analisi chimiche, consentiva esami rapidi e affidabili fornendo tipo e concentrazione dello zucchero nella soluzione in esame, così da scongiurare sofisticazioni alimentari. Quindi numerose furono le case costruttrici (11-I costruttori) che lo progettarono , prima di diventare un prodotto importante per le industrie dell'ottica (20-Il marchio).
Il saccarimetro è uno strumento utilizzato per la misurazione dello zucchero in una sostanza, venne ideato da Louis Jules Duboscq (step 9 – L’inventore) nel XX secolo. Il nome saccarimetro (step 1-Il nome) è composto dalle parole sàccaro- (o sàccari-) [dal latino sacchărum, in greco σάκχαρον «zucchero di canna», voce di origine indoeur.] che significa «che contiene zucchero, che ha relazione con lo zucchero» e -metro [dal greco μέτρον «misura», in composizione -μετρον], avente significo generico di «misura». Questo strumento è quindi utilizzato (step 22 – la procedura d’uso) per la misura della concentrazione di zucchero nelle sostanze. Questo è possibile attraverso una proprietà ottica delle sostanze, il potere rotatorio , (step 5 – Il principio fisico ) ossia il fatto che alcune sostanze ruotano di un angolo ben preciso, variabile a seconda del tipo di zucchero, il piano di polarizzazione della luce polarizzata che le attraversa e questa proprietà è descritta ampiamente nell'ottica (step 4 – La scienza).
Come possiamo osservare dalla foto, il saccarimetro ha un’anatomia (step 16 – L’anatomia) piuttosto semplice composta da 4 tubi, numerose lenti, un polarizzatore, un analizzatore e anche una scala graduata (step 3 – Il glossario). Inoltre il saccarimetro veniva realizzato principalmente in ottone (step 8 – I materiali), e venne costruito (step 11 – I costruttori) soprattutto dalla RUDOLPH Research Analytica in Europa mentre in Italia le Officine Galileo furono la casa costruttrice più famosa all'epoca, di essa è possibile anche trovare una pubblicità che sponsorizzava lo strumento (step 13- La pubblicità). Nella ricerca costante di informazioni riguardanti questo strumento, si possono trovare informazioni anche in campo letterale oltre che cinematografo (step 12 – Nel cinema), ad esempio, è presente nei francobolli (step 18 – Il francobollo) e anche nei fumetti (step 21 – Il fumetto).
Inoltre attraverso Google Ngram Viewer è possibile ricercare la sua storia attraverso le parole (step 24- Le parole nella storia): il termine saccarimetro viene associato direttamente al polarimetro e segue una sua successiva applicazione al mondo alimentare a partire dal 1850 (step 15- I numeri) circa, trova il suo picco massimo intorno al 1920 e successivamente verrà superato dal rifrattometro, in quanto quest'ultimo permette una misurazione più accurata della concentrazione di zucchero.
Nel corso della storia questo strumento è stato anche oggetto di numerosi brevetti (step 17- i brevetti) affinché si potesse applicare al mondo alimentare in molteplici modi, di cui è anche possibile trovare una normativa ( step 23- la normativa) che ne regoli gli usi.
Infine si può raffigurare il mondo della saccarometria in una mappa concettuale (step 27- la mappa concettuale) che mostri i concetti essenziali collegati e in un albero tassonomico (step 14- la tassonomia) in modo da capire la diretta discendenza di questo strumento che ormai non é più così misterioso.